Un mese fa, a quest'ora, ero seduto in silenzio nel corridoio dell'ospedale Timponogos. Il piano dell'ospedale dove ci avevano fatto aspettare era vuoto, silenzioso e cupo. Non dimenticherò mai che l'agente di polizia che sorvegliava una delle porte aveva gli occhi lucidi mentre mi raccontava che suo figlio era all'UVU.