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ARKHAM SCOPRE IL PIÙ GRANDE FURTO NELLA STORIA DEL CRYPTO: $3,5 MILIARDI RUBATI DA LUBIAN
Un'indagine recente condotta da @arkham Intelligence ha messo in luce quello che sembra essere il singolo furto di criptovalute più grande mai registrato. Nel dicembre 2020, un incredibile 127.426 BTC è stato rubato da LuBian, un importante pool di mining cinese. Al momento del furto, gli asset erano valutati a un colossale $3,5 miliardi. Oggi, quella stessa quantità di Bitcoin vale circa $14,5 miliardi, rendendo l'hacker di LuBian il 13° maggiore detentore di BTC sulla piattaforma di Arkham.
Questo furto massiccio si aggiunge alle già allarmanti statistiche sulle perdite di criptovalute a causa di violazioni della sicurezza. Sebbene l'hack di LuBian sia un evento eccezionale, fa parte di una tendenza più ampia di vulnerabilità di sicurezza sfruttate nel settore delle criptovalute.
⏰ 2020: L'anno dell'hack di LuBian ha visto un totale stimato di oltre $4,5 miliardi in criptovalute rubate.
⏰ 2021: Oltre $10 miliardi in criptovalute sono stati rubati.
⏰ 2022: Oltre $3,5 miliardi in criptovalute sono stati rubati.
⏰ 2023: Oltre $1,7 miliardi in criptovalute sono stati rubati.
⏰ 2024: Oltre $2,2 miliardi in criptovalute sono stati rubati.
Il totale cumulativo di criptovalute rubate dal 2020 al 2024 è una somma sbalorditiva di oltre $21,9 miliardi. Non abbiamo numeri affidabili per il periodo precedente, ma puoi tranquillamente raddoppiare quel numero. Il 2025 si sta rivelando un anno proficuo per gli hacker ancora una volta.
LuBian, che un tempo controllava quasi il 6% della hash-rate della rete Bitcoin, sembra essere stata vittima dei propri difetti di sicurezza. L'analisi suggerisce che il pool di mining potrebbe aver utilizzato un algoritmo di generazione di chiavi private suscettibile ad attacchi di forza bruta. Gli hacker hanno sfruttato con successo questa vulnerabilità, guadagnando accesso ai fondi. In un disperato tentativo di recuperare gli asset, LuBian ha inviato messaggi OP_RETURN agli indirizzi degli hacker, implorando il ritorno dei fondi. Sebbene LuBian sia riuscita a preservare 11.886 BTC (attualmente valutati a $1,35 miliardi), la maggior parte dei fondi rubati rimane nelle mani dell'hacker, che ha consolidato gli asset a luglio 2024.
L'incidente evidenzia due aspetti in particolare: la debolezza nelle catene più vecchie e la centralizzazione intermedia.
La sicurezza anche delle blockchain più consolidate (leggi: più vecchie) come Bitcoin ed Ethereum è ancora un grande problema che deve essere risolto.
L'irreversibilità delle transazioni è sia una benedizione che una maledizione. Il codice utilizzato nelle blockchain più vecchie è già obsoleto; l'avvento delle catene codificate con intelligenza artificiale minaccia ulteriormente la loro sicurezza. E poi c'è il calcolo quantistico all'orizzonte. Ad oggi non abbiamo ancora una singola catena o protocollo realmente resistente al quantistico, solo idee in fase embrionale.
Man mano che il valore di questi asset continua a crescere, cresce anche l'incentivo per gli hacker a trovare e sfruttare vulnerabilità.
Il furto di LuBian serve da monito che anche con la tecnologia più avanzata, un singolo difetto di sicurezza può portare a perdite catastrofiche. La comunità crypto deve dare priorità a misure di sicurezza robuste, e l'innovazione continua è necessaria per rendere queste reti veramente sicure per tutti.

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